Sleeping Beauty. Conoscere, condividere e promuovere il patrimonio conservato nei depositi dei musei italiani
Francesca Condò, Fabio Pagano, Giuliano Romalli, Federica Zalabra
Direzione Generale Musei - MiBACT
All’interno della Direzione generale Musei del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo è stata avviata un’iniziativa che tende a costruire una rete condivisa delle risorse presenti nei depositi dei musei italiani. Il progetto si fonda sulla volontà di dare una base sistemica all’attuazione delle varie iniziative che coinvolgono la Direzione nella sua funzione di raccordo e coordinamento delle relazioni internazionali assegnatele dalla nuova organizzazione del Ministero. I rapporti dei musei italiani con i paesi esteri nascono tradizionalmente dalla condivisione di progetti di ricerca e studio e, nella maggior parte dei casi, si manifestano attraverso la realizzazione di esposizioni temporanee che sanciscono e rendono note a un pubblico più vasto tali collaborazioni. Pur nell’eterogeneità del quadro generale delle iniziative lo sviluppo delle iniziative degli ultimi anni, a nostro avviso, definisce un panorama in cui i musei italiani tendono a rivestire un ruolo subordinato nel rapporto con le istituzioni straniere, mediamente maggiormente attrezzate per gestire queste relazioni. La nostra attenzione si è concentrata soprattutto in quelle operazioni che possiamo inquadrare nella categoria “in uscita” in cui il museo, o il sistema dei musei italiani, viene coinvolto in operazioni di progettualità già definita, con labili margini per la promozione di attività di fattiva partecipazione. Si fa riferimento alla consueta situazione dell’esposizione temporanea presso un museo straniero, in cui il concept del progetto viene definito a monte, la selezione delle opere provenienti dai musei italiani presentata in forme circoscritte, limitando, nella maggior parte dei casi, la dimensione dell’operatività italiana alla doverosa valutazione dell’opportunità del prestito, soprattutto dal punto di vista conservativo. Il “vantaggio” per il museo italiano viene solitamente visto della dimensione della diplomatica politica delle buone relazioni tra istituzioni museali, nel miraggio della potenzialità della reciprocità del rapporto ed in un percorso di autoconvinzione della validità dell’iniziativa come veicolo promozionale per il museo.
La riforma del Ministro offre, secondo noi, uno strumento per supportare il sistema museale italiano nella gestione di tali relazioni ed offrire nuovi segnali di progettualità, nelle competenze di coordinamento della Direzione generale Musei. Dall’autunno del 2015 è stata istituita all’interno della Direzione un’unità che si occupa di questo settore composta da professionalità diverse (archeologi, architetti, storici dell’arte e amministrativi) chiamata a costruire un nucleo per supportare le attività dei musei italiani e promuovere iniziative centrali di coordinamento e indirizzo. Il lavoro si è fin dall’inizio concentrato sulla conoscenza, individuando nelle potenzialità conservate nei depositi dei musei italiani le fondamenta su cui poggiare la proposta progettuale. Si è immaginato di “costruire” la conoscenza coinvolgendo in prima persona i direttori dei musei italiani, chiamandoli a selezionare un’offerta di opere conservate nei depositi degli istituti di loro competenza sulla base della propria conoscenza diretta delle collezioni, chiedendogli dunque di esercitare un giudizio critico nell’individuare le opere sulla base di valutazioni specifiche (qualità, stato di conservazione, accessibilità, necessità di interventi di restauro). Il percorso di ricognizione si è immaginato anche come un’occasione per sondare le reali volontà di condivisione del patrimonio da parte dei musei e la capacità di ragionare in forme sistemiche già prima della reale attuazione ufficiale del sistema museale italiano. Particolare attenzione è stata rivolta alla selezione di opere conservate nei depositi la cui potenzialità apparisse indebolita da uno stato di conservazione non ottimale. La condivisione è stata individuata anche nella possibilità di attivare sinergie con partner stranieri per interventi di studio e restauro delle opere che ne vengano a consolidare il riconoscimento ponendo in luce la loro storicità e bellezza. In tale prospettiva le risorse dei musei italiani non vengono proiettatate nell’esclusiva direzione della divulgazione e della promozione, ma diventano una formidabile occasione di ricerca e restauro per studiosi e tecnici italiani e stranieri.
Si è optato per un percorso di ricognizione snello nella procedura e nei numeri. A tale scopo è stata predisposta una griglia di ricognizione articolata in 13 campi, che richiamano i parametri di catalogazione dell’ICCD (vedi immagine) senza però assumere le caratteristiche di un progetto di catalogazione, inviata in formato foglio di calcolo a tutte le istituzioni museali statali italiane, con la richiesta di selezionare un numero (ove possibile) di 50 opere per museo.
Questa ricognizione, pur non mirando a rappresentare analiticamente il contenuto dei depositi italiani, operazione difficile anche da immaginare in questa fase di riorganizzazione, assume forme sistemiche e si ritiene possa garantire un’adeguata rappresentazione generale. Il lavoro, condotto con la condivisione dei direttori e dei conservatori dei musei ha consentito di costruire una prima solida banca dati di opere che nell’insieme rappresenta la complessità del patrimonio culturale italiano ed esprime una forte volontà di condivisione. Nonostante l’attività di ricognizione si sia svolta in concomitanza con la delicata fase di transizione imposta dalla riforma del MIBACT, molto impattante per i beni conservati nei depositi museali, in particolare per quelli dei musei archeologici, le risposte dei musei italiani sono state complessivamente positive. Allo stato attuale hanno partecipato alla ricognizione 78 musei fornendo informazioni che hanno consentito di inseire 2721 record in un database relazionale appositamente elaborato. La quantità e qualità dei dati raccolti permette di avviare una rapida e ragionata esplorazione, mediante l’interrogazione del sistema consentendo di costruire ipotesi di percorsi all’interno di questo patrimonio al momento non esposto al pubblico – le sleeping beauties - e potenzialmente di traghettare queste ricerche verso l’elaborazione di progetti didattici ed espositivi. Il palinsesto dei dati raccolti nella sua eterogeità appare rappresentativo della situazione italiana. Le consistenze qualitative e quantitative dei depositi dei musei italiani non sono uniformi, le potenzialità dei depositi dei musei archeologici sono probabilmente più rilevanti, il livello di condivisione manifestato dai musei non è uniforme, spesso per motivi tecnici non dipendenti dalla volontà dei responsabili (mancanza di personale o impossibilità di accesso agevole ai materiali in deposito) ma anche per motivi di carattere diverso legati purtroppo in alcuni casi ad una oggettiva scarsa abitudine alla condivisione e al lavoro di gruppo.
La condivisione rappresenta dunque un elemento chiave del progetto, dalla condivisione della ricognizione con i musei si è partiti ed alla condivisione con i musei dei risultati ottenuti si intende tornare. Lo sviluppo del progetto dovrebbe prevedere la trasformazione del databse in un web-db dinamico, con la possibilità di accesso da parte di tutte le istituzioni museali per inserire nuovi dati ed interrogare il sistema. Le potenzialità del sistema verranno dunque espanse e consegnate ai musei come chiavi di un nuovo sistema di progettazione, consentendo a tutti gli operatori di costruire ipotesi di percorsi all’interno di questo patrimonio nascosto valendosi di esso per l’elaborazione di progetti didattici ed espositivi. Le opere selezionate, normalmente non esposte al pubblico, potranno inoltre costituire mostre-laboratorio di lunga durata presso istituzioni straniere costituendo un’occasione preziosa di scambio di competenze pratiche e di posizioni teoriche nel campo della ricerca, della valorizzazione dei beni culturali e del restauro anche attraverso eventi correlati quali convegni e giornate di studio.
Per la prima volta le risorse conservate nei musei italiani – che rendono il caso italiano un meraviglioso ed unico laboratorio della complessità culturale – valorizzate nella loro diversità, possono offrirsi in forme organizzate e sistemiche, favorendo la possibilità di costruire percorsi corali di presentazione.