Narrazione storica, inclusione sociale e iniziative imprenditoriali giovanili nella musealizzazione di una periferia: esperienze lungo la Via Tiburtina
Patrizia Gioia
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Francesco Maria Cifarelli
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Claudia Cecamore
"Sapienza” - Università di Roma
Marta Di Berti
Associazione Culturale “Quattro Sassi
F. D Ronza
Cooperativa Sociale “Conto alla Rovescia”
Laura Leopardi
Associazione Culturale “Quattro Sassi
G. Zumpano
Dipartimento di Salute Mentale, ASL Roma 2
L’area archeologica di Settecamini, al km 14.700 della via Tiburtina, si inserisce in un territorio di periferia urbana tra Roma e Tivoli caratterizzato da una storia particolare, espressa da un importante patrimonio di testimonianze archeologiche e monumentali.
Questo settore del suburbio orientale di Roma offre, già a partire dalla lunga fase storica compresa fra la formazione dell’ethnos latino e l’arcaismo, temi topografici e storici di notevole interesse. Per le fasi più antiche, ad esempio, è generalmente accettato dalla critica che in questo settore si debba riconoscere il territorio di un centro assai importante nel contesto della porzione di Lazio compresa fra Tevere e Aniene, quella Ficulea ben nota dalle fonti, ma la cui ubicazione stessa è tema oggi assai dibattuto. Più tardi, a partire dalla tarda repubblicana, un corposo numero di strutture disposte sia nelle vicinanze del percorso antico della Tiburtina che in altre aree del territorio ne mostrano i lineamenti di un capillare sistema insediativo. In questo panorama, emergono poi singoli settori che presentano problemi di più ampia portata: è il caso di quello posto attorno alla via presso il IX miliario, per gran parte compreso nell’Area Archeologica di Settecamini, in proprietà e sotto la gestione di Roma Capitale. Le diverse strutture qui conservate, con le altrettanto diverse funzioni attestate (amministrative, sacre, abitative/commerciali), sembrano suggerire la presenza di un agglomerato legato non solo allo sfruttamento quanto anche a forme di organizzazione pubblica di un territorio per tutta l’antichità appartenente al municipium di Ficulea. Un punto di riferimento ribadito, dai primi secoli della presenza cristiana all’alto medioevo, da un importante rinvenimento recentemente effettuato nella stessa area di Settecamini: una Basilica ipogea, legata a catacombe, che gli editori individuano con il luogo di culto dedicato a Santa Sinforosa, noto proprioper il IX miglio della Tiburtina da fonti cristiane e alla cui vicenda (il martiro della Santa con i suoi sette figli) viene fatto risalire il toponimo stesso della zona.
Elementi dunque di forte connotazione storico-archeologica, ma anche identitaria, capaci di offrire consistenti spunti di lavoro per quell’opera di valorizzazione che costituisce connotazione precipua del compito istituzionale della Sovrintendenza Capitolina.
La pianificazione di un programma di interventi a Settecamini ha preso le mosse dall’area archeologica più vasta, da tempo curata dalla Sovrintendenza, che è diventata punto di partenza per una più ampia azione di valorizzazione e riqualificazione del territorio.
In primo luogo si stanno avviando, attraverso una convenzione con l’Università “La Sapienza” che prevede una stretta collaborazione tra funzionari della Sovraintendenza, docenti e studenti del Dipartimento di Scienze dell’Antichità, progetti di studio, approfondimento e nuova conoscenza della complessa realtà storico-archeologica, anche attraverso tesi di laurea, di specializzazione o di dottorato. Sono previste inoltre ricerche mirate, come alcune indagini geognostiche e nuovi rilievi di quanto già scavato, che potranno fare da guida all’apertura di nuovi saggi di scavo.
I progetti di studio vanno ovviamente a braccetto con i numerosi progetti di valorizzazione. A tal fine, il primo obiettivo realizzato è stato la redazione di un progetto finalizzato sia a preservare i resti esistenti attraverso interventi d’obbligo (come la predisposizione di una recinzione definitiva e la creazione di nuovi accessi all’area archeologica) sia a permettere una loro “apertura” verso il quartiere che li circonda. Si è quindi cercato di inserire nel piano progettuale anche spazi e percorsi destinati a rendere più incisiva la fruibilità dei resti, tanto da non farli vivere solo come ruderi pittoreschi ma come testimonianze comprensibili del passato. Questo obiettivo ha comportato la progettazione di appositi spazi espositivi e di partecipazione attiva.
Nella riflessione progettuale, un particolare peso ha avuto, nell’anno 2011- 2012, la collaborazione con il Master di II livello “Architettura per l’Archeologia” di Sapienza - Università di Roma, nel cui ambito un gruppo di lavoro, composto da giovani archeologi ed architetti, ha elaborato, di concerto con la Sovrintendenza Capitolina, un progetto di valorizzazione delle aree archeologiche di Settecamini.
Oltre ad un lavoro di studio e di ricerca archeologica ed urbanistica, le linee guida del “committente” (la Sovrintendenza Capitolina) sono state accolte ed ampiamente elaborate dal gruppo, ed hanno costituito la base di un progetto preliminare poi realizzato dai tecnici della Sovrintendenza stessa. Al termine del master, i giovani professionisti dei beni culturali, sempre in collaborazione con la Sovrintendenza Capitolina, si sono misurati nel presentare il progetto di valorizzazione così prodotto a diversi bandi pubblici e privati, allo scopo di ottenere finanziamenti per la sua realizzazione, innescando un meccanismo che, qualora attivato, potrebbe concretamente contribuire ad uno sviluppo occupazionale per il territorio.
I principi che sono stati alla base della progettazione hanno poi guidato il gruppo verso molteplici altre attività. Infatti, poiché il patrimonio culturale, soprattutto in aree suburbane, può essere la base sulla quale avviare la costruzione di una nuova cittadinanza che sappia assumersi in prima persona la responsabilità della conservazione e della trasmissione alle generazioni future del proprio territorio e del proprio patrimonio, si è ritenuto opportuno instaurare molteplici relazioni con le numerose realtà culturali del territorio.
In primo luogo con le scuole, e in particolare con il vicino Istituto comprensivo di Via di Casal Bianco: questo, attraverso il progetto “la scuola adotta un monumento”, è da tempo un importante motore di attenzione e conoscenza e, attraverso le molteplici attività svolte negli anni con i ragazzi, è ormai divenuto il primo elemento di “mediazione” tra Istituzioni e cittadini. L’azione della scuola e dei ragazzi presso le loro famiglie ha permesso una forte partecipazione della collettività locale, che appare progressivamente coinvolta a livello di responsabilità, producendo azioni di controllo e influenzando anche, talvolta, scelte politiche. L’interesse ed il coinvolgimento dei residenti è divento così motore di proposte di sviluppo.
E’ attraverso questa sinergia che si sta creando un forte legame tra lo spazio museale, inteso in senso ampio, ed i cittadini, che diventa non più solo “accumulatore” di energie culturali, ma propulsore e animatore del luogo che lo ospita.
Il coinvolgimento delle realtà locali ha comportato anche un’altra positiva, e per molti versi innovativa, esperienza: un originale esperimento di coinvolgimento di persone con disagio psichico nella creazione di nuovi strumenti di comunicazione e divulgazione.
Il Centro Diurno Riabilitativo “Ornitorinco” del Dipartimento di Salute Mentale della ASL RM 2 e la Cooperativa Sociale Integrata “Conto alla Rovescia” hanno infatti iniziato dal 2015 una collaborazione con la Sovrintendenza Capitolina, mettendo in pratica una sperimentazione, quasi inedita a livello europeo, di utilizzo del Patrimonio culturale quale strumento terapeutico per la formazione lavorativa e il reinserimento sociale di persone con esperienza di disagio psichico. Già negli anni precedenti, il Centro Diurno “Ornitorinco”, insieme con altri quattro Centri Diurni dell’ASL Roma 2, aveva portato avanti un progetto per la formazione lavorativa, nell’intento di creare le basi di un’impresa sociale tramite il lavoro su aree archeologiche nel territorio condiviso. Successivamente, nell’ambito del progetto “Archeo CD”, alcuni utenti del laboratorio di informatica del Centro Diurno hanno iniziato a lavorare sul contesto del quartiere di Settecamini, con particolare riferimento all’Area Archeologica al “VIIII miglio”.
Attraverso un tirocinio formativo, svolto conil supporto della Fondazione “Roma Solidale”, alcuni utenti dellaboratorio hanno realizzato dei pannelli informativo-didattici relativi a quest’area, che a breve saranno a disposizione del pubblico, e un sito internet dedicato. Quest’anno, in continuità con le sperimentazioni precedenti, ha preso avvio un nuovo laboratorio incentrato completamente sulla ricerca storico-artistica e archeologica: alcuni utenti si stanno occupando di mappare le emergenze del Patrimonio presenti all’interno del territorio del IV Municipio, studiarle attraverso la consultazione bibliografica, la ricerca online e sopralluoghi. Saranno create delle schede informative relative ad ogni monumento ed i dati raccolti saranno successivamente inseriti su una piattaforma informatica. La speranza è che questa innovativa sperimentazione di intermediazione sociale tra esigenze dell’istituzione e bisogni sociali e di integrazione di persone fragili porti alla costruzione di nuove prospettive basate sulla formazione di nuove professionalità.
Proprio perché, durante questi anni, l’impegno di numerose persone, sia istituzionalmente collocate sia interessate culturalmente a questi luoghi, si è concentrato anche sulla sensibilizzazione dei cittadini, col fine di creare quell’importante senso di appartenenza nei confronti del patrimonio presente sul territorio, finora spesso ignorato, nuove energie si sono messe in movimento. Nel luglio del 2015, è nata l’Associazione culturale “Quattro Sassi”, che coinvolge giovani studiosi, variamente legati al territorio, con la finalità di contribuire ad una maggiore percezione del valore dei beni culturali periferici e di costruire un ponte tra cittadini, territorio e istituzioni, con la finalità di rendere questi beni fruibili e accessibili a tutti.
L’associazione ha elaborato un progetto, che prevede attività di comunicazione, didattica, eventi e progetti di ricerca e di tutela. Esso è attualmente attivo sulle aree archeologiche di Settecamini, ma intende diventare un modello di valorizzazione replicabile su molti altri siti periferici, romani e non.
L’associazione, di concerto con tutte le altre realtà coinvolte, intende inoltre cercare nuove strade di finanziamento. Come risulta da recenti ricerche, infatti, sempre più importante sembra divenire il ruolo delle “associazioni di amici o sostenitori”, che spesso offrono un corollario di servizi aggiuntivi quasi sempre volti alla valorizzazione.
Il ruolo di tali associazioni - un ampio numero di persone che diventano stakeholder primari del settore culturale - ha spesso un maggior peso per siti storici e musei detti, per localizzazione geografica e decentramento rispetto ai tradizionali flussi turistici, “minori”, quali quelli siti in periferie di grandi centri urbani, enti di piccoli comuni o provincie. Tra le funzioni principali svolte dalle associazioni, certamente fondamentali sono tutte le attività di raccolta fondi, progettazione culturale e sponsorizzazione.
Il caso specifico di Settecamini rientra in questa logica di fondo; è stata quindi elaborata una strategia di raccolta fondi che potrà garantire in futuro entrate economiche, non limitandosi ai canali tradizionali ma rivolgendosi anche a strumenti che, a partire dal Fund-raising, si basino sul più ampio concetto di partecipazione economica attiva. Anche se su questo versante si è ancora in piena fase progettuale, ma si è già provveduto ad identificare e prendere primi contatti con possibili sponsor e grandi donatori di diversa natura giuridica, ai quali si vorrebbe affiancare l’altro, fondamentale, processo di raccolta fondi, quello su individui.
L’associazione si fa inoltre motore per progettazione su bandi nazionali e europei, ovviamente con il supporto di altre realtà territoriali e istituzionali.