ESALTARE L'INDIVIDUO, FRAMMENTARE GLI INDIVIDUI. ALCUNE ATTESTAZIONI RITUALI DALL’AREA C DELLA NECROPOLI DELL’OSTERIA DI VULCI

Simona Carosi, Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria meridionale

Carlo Regoli, Sapienza - Università di Roma

Abstract

La necropoli dell’Osteria a Vulci rappresenta un importante scenario per particolari attestazioni rituali svoltesi sin dall’epoca villanoviana. Sembra particolarmente degna di nota la volontà dei gruppi aristocratici lì sepolti di esaltare la corporeità post-mortem, ai fini della costruzione della memoria sociale dell’individuo. In epoca orientalizzante è attestata la pratica della ricostituzione del corpo di personaggi eminenti, tramite l’utilizzo di “statue polimateriche” che mostrano particolare predilezione nella cura esecutiva delle mani e delle teste. Di questo uso è eccezionale testimonianza la cd. Tomba delle mani d’Argento, rinvenuta nell’area C della necropoli. Attorno alla tomba, costruita nel terzo quarto del VII sec. a.C. si sistemano tombe a camera più recenti dei familiari o affini dei proprietari del sepolcro monumentale. Interessante è l’uso di rituali nell’area necropolare nel corso dei decenni successivi, soprattutto a partire dal momento individuato dagli inizi del V sec. a.C. In particolare va segnalata un’azione di ri-sistemazione di crani umani all’interno di una fossa nel terreno, azione suggellata dal posizionamento sui crani di un’olla che a sua volta contiene un’olletta più piccola. Tale attività apre un’interessante prospettiva di riflessione sulle azioni di “frammentazione rituale” in un’area ad alto valore socio-culturale per la comunità vulcente. A partire dallo stesso periodo, tutta la superficie a est della tomba delle Mani d’argento è contraddistinta dalla presenza di apprestamenti rituali nel terreno che prevedono la sepoltura di frammenti di statue o attività di fuoco preliminari a una fase di successivo utilizzo di questa porzione della necropoli.

Le analisi archeobotaniche, archeozoologiche e antropologico-fisiche chiariscono meglio la volontà rituale e permettono di inserire queste azioni all’interno della rete sociale propria del mondo dei vivi.

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