Villa la Quiete a Firenze: la storia si fa presente

Isabella Gagliardi
Università degli Studi di Firenze
 

Il contributo che presento nel corso del Convegno :::: è dedicato a illustrare il progetto di valorizzazione (musealizzazione) della Villa medicea de La Quiete di Firenze. Si tratta di un progetto operativo; è stato infatti approvato dagli enti proprietari della Villa (Università di Firenze e Regione Toscana) ed è in fase di realizzazione: il primo percorso museale sarà inaugurato nel luglio 2016. L’idea generatrice consiste nella creazione di un museo storico, gestito dal Sistema Museale di Ateneo, capace di ‘raccontare’ la storia plurisecolare della Villa (XIV-XXI secolo), consentendo al visitatore di immergersi in vari ‘tranche de vie’ identificati a partire dalla sua storia.

La particolarità di questo monumento risiede nel fatto che esso è stato, per molti secoli, sede di una sorta di microsocietà e ciò consente di recuperare molte storie che si prestano a diventare altrettante chiavi di accesso al passato fruibili dai visitatori. Ma procediamo con ordine.

La res : Villa La Quiete

La Villa è uno tra i “monumenti” più significativi ubicati nell’ideale “belt” paesaggistico che cinge Firenze: costruita dai blasonati Orlandini, passò ai Medici e conobbe poi una splendida stagione grazie a Cristina di Lorena. Successivamente fu sede dei commendatori dell’Ordine di Santo Stefano e, dopo, fu concessa da Ferdinando II a Eleonora Ramirez de Montalvo. Si trattava di una giovane discendente di aristocratici spagnoli trasferitisi a Firenze all’epoca del matrimonio tra Cosimo I e Eleonora di Toledo: la presenza di Eleonora di Toledo a in città aveva finito per catalizzare attorno alla corte granducale numerosi personaggi, anche importanti, originari della Spagna. Eleonora anche grazie alla potente spinta spirituale di alcuni padri gesuiti di stanza a Firenze, concepì l’idea di istituire una comunità femminile dedicata alla preghiera e all’educazione delle giovani. Dopo aver positivamente interloquito con l’arcivescovo Pietro Niccolini, che l’incoraggiò, compose le Costituzioni, e Niccolini le approvò il 25 ottobre del 1645. Nell’operazione di scrittura fu aiutata anche dal suo direttore spirituale, il monaco fogliante don Michele di Gesù. Nel 1646, grazie al sostegno che le dettero Costanza Sforza, Caterina Riccardi Nicolini e Maria del Tovaglia Biffoli riuscì ad acquistare due immobili posti in via dell’Amore (attualmente via Sant’Antonino) e li fece ristrutturare per accogliere la sua neonata congregazione intitolata “Ancille della Santissima Vergine Madre di Dio”, ma ben presto detta delle Montalve dal nome della fondatrice. L’apostolato delle Montalve era di tipo contemplativo e attivo, perché esse si dedicavano all’istruzione delle giovani donne, non soltanto alla preghiera e alla meditazione. Già l’anno seguente, nel 1646, Eleonora aveva concepito un nuovo progetto: la fondazione di un altro gruppo di “ancelle” composto da donne aristocratichee dedicato alla Trinità. Decise di acquistare un luogo che fosse posto nel suburbio urbano e scelse Villa La Quiete, di proprietà del barone Del Nero, maestro di Camera di Lorenzo de’ Medici. Forte anche delle simpatie che la sua opera le aveva ormai acquistato a corte, Eleonora riuscì a comprare la villa nel 1650, dopo la morte del proprietario. Dopo aver completato i lavori necessari, vi ci si trasferì con un gruppo di “Ancille”, questa volte consacrate alla Santissima Trinità, provenienti dalla casa di via dell’Amore. Le “ancille” furono accompagnate dalla marchesa Torrigiani Riccardi, da Giovanna Montalvi Uguccioni e da Elisabetta Bartolini Antinori: donne di rango che accompagnavano altre donne destinate a prendersi cura delle fanciulle nobili. Con questa seconda fondazione, infatti, Eleonora prendeva in carica l’istruzione delle aristocratiche: alle Ancille di Via dell’Amore sarebbero andate in carico le giovani senza distinzione di natali, mentre alle Ancille della Quiete sarebbe toccata l’educazione delle figlie delle casate nobiliari fiorentine. Va da sé tuttavia che in questa maniera le scolare finivano per trovarsi divise per ceto, conformemente alla mentalità dell’epoca. La presenza della comunità femminile non disincentivò affatto la frequentazione della Villa da parte della famiglia granducale, segnatamente della parte femminile della famiglia.

Prima Eleonora di Toledo, poi le successive granduchesse medicee elessero la Villa – nota con il nome di La Quiete dopo che nel 1670 Giovanni di San Giovanni vi affrescò la rappresentazione antropomorfica della Quiete che mitiga i Venti – come ‘buen retiro’ spirituale. Vittoria della Rovere (1622-1694), moglie di Ferdinando II de’ Medici, finanziò la costruzione della la chiesa, un piccolo gioiello architettonico dai tratti che richiamano fortemente il Jesuiten Style, mentre nobildonne fiorentine facevano a gara nel donare preziosi testimoni d’arte alle Minime Ancille de La Quiete. Fu poi l’Elettrice Palatina Anna Maria Luisa (1667-1743) che nel 1737 donò al popolo di Firenze le opere d’arte qui custodite.

Durante il XIX secolo furono realizzati nuovi lavori architettonici, ultimo dei quali l’ampliamento della Villa a opera dell'architetto Poggi (fine del XIX secolo). La scuola aperta dalle Montalve è stata attiva fino al 2001 (data in cui è uscita l’ultima allieva) pochi anni fa pur subendo numerose trasformazioni nello scorrere del tempo.

Villa La Quiete: Collezioni e strutture

Il patrimonio artistico conservato all'interno di Villa La Quiete è eterogeneo poiché si è formato nel corso dei secoli (soprattutto a partire dal XVII). Oltre alla committenza di Eleonora Ramirez di Montalvo si devono ricordare le acquisizioni dovute a donatori devoti. Nel 1886 fu costruita una sala-pinacoteca dove furono collocati anche i dipinti appartenuti alle domenicane di via della Scala (tra i quali l'Incoronazione della Vergine di Sandro Botticelli e bottega, lo Sposalizio mistico di santa Caterina e santi di Michele Tosini e Ridolfo del Ghirlandaio (1525-30 ca), i rilievi dell'Incredulità di San Tommaso di Giovanni della Robbia, il Noli me tangere di fra’ Mattia della Robbia; un Crocifisso duecentesco attribuito a Coppo di Marcovaldo).  Precedentemente Anna Maria Luisa de' Medici aveva fatto edificare due sale come residenza personale, aveva commissionato la decorazione di molti locali e aveva realizzato il grande giardino all'italiana (tra il 1724 e il 1727) in cui si conserva ancora oggi la splendida ragnaia. L'ultimo mecenatismo mediceo dotò la Villa di tele pregevoli, libri, oggetti d'argento, calici e reliquiari. Altri benefattori elargirono arredi liturgici, parati, dipinti e ricami. Nella Villa sono inoltre custoditi oggetti particolari, quali strumenti scientifici e attrezzature didattiche del XIX secolo (cavalletti da pittura, lavagne, pallottolieri, modelli in gesso di opere rinascimentali); antichi arredi sacri, numerosi pianoforti, un’arpa e altri strumenti musicali. Infine, dal 1885, la Villa dispone anche di un piccolo teatro interno, al quale fanno da pendant le piéces teatrali custodite nell’Archivio della Villa.

Villa La Quiete: il Museo storico e vivente

Sede di importanti opere artistiche medievali e moderne, custode di un nucleo documentario e archivistico ininterrotto dal XVII secolo ai giorni odierni, in ragione della sua storia, la Villa rappresenta una potenziale “macchina del tempo” che, se ben valorizzata, diventerà capace di impattare emozionalmente i visitatori, trascinandoli in un viaggio attraverso vari contesti storici. L’esposizione degli oggetti (d’arte e manufatti della vita quotidiana) e quindi la realizzazione dei percorsi sarà accompagnata, in parallelo, da un racconto effettuato anche attraverso le nuove tecnologie (realtà aumentata) oltre che attraverso i sistemi più tradizionali (editoria, cartellonistica, organizzazione di eventi teatrali a tema).

La Villa diventerà un polo culturale e interdisciplinare che prevede, oltre al Museo storico, l’organizzazione di cicli di formazione post universitaria e la creazione di opportunità produttive previo accordo con aziende esterne. Di seguito, sinteticamente per punti, riassumo le fasi principali del lavoro di valorizzazione della Villa:

 

a) Museo storico: Saranno valorizzati alcuni spazi già parzialmente predisposti(la farmacia; le camere granducali; la cappella; la chiesa; il coro alto e il coro basso; la camera di Eleonora Ramirez di Montalvo; la stanza della musica; la stanza dell’affresco de La Quiete di Giovanni da San Giovanni già restaurato; il giardino; la limonaia; la ragnaia) e saranno ricollocati i materiali (pregevoli) dell’antica aula di scienze. Nel Museo si dovrà fare largo uso delle nuove tecnologie applicate ai beni culturali per ottenere la riproposizione storica degli ambienti e dei tranches de vie con:

1)     Installazione di pannelli interattivi per visualizzare gli antichi manoscritti di Villa La Quiete, le fasi costruttive della Villa; le opere d’arte;

2)     Uso della realtà aumentata (proiezioni; audizioni) per ricreare eventi e situazioni storiche;

3)      Uso di ologrammi nel percorso museale.

b)   Polo formativo:  b.1: Il patrimonio storico artistico del Museo offre l’occasione per organizzare laboratori formativi a più livelli, dalla didattica integrativa per le scuole di ogni ordine e grado fino ai Master universitari (Medicina, Erboristeria, Storia) e ai percorsi formativi iper-specialistici; b.2: Organizzazione di eventi cultuali volti ad attrarre la cittadinanza a Villa la Quiete.

c)  Opportunità produttiva: c.1): Sviluppo di una linea di merchandising culturale da  vendere in loco; c.2) Produrre, attraverso accordi commerciali con aziende esterne, una linea cosmetica e una linea di tisane a partire dai ricettari farmaceutici della Villa da vendere nel negozio del Museo della Villa e anche online; c.3): Rimettere a coltura gli Orti della Villa per produrre le erbe officinali della tradizione impiegando le cooperative di inclusione sociale;  c.4) Ripristinare le antiche cucine della Villa in cui preparare i piatti tipici della tradizione da servire in occasione delle Visite al Museo, degli eventi culturali etc.

d)   Comunicazione: Creazione di un portale web costantemente aggiornato per far conoscere la storia della Villa; il percorso museale offerto; le attività svolte all’interno della Villa.

 

Inoltre è in corso una progettazione che prevede il coinvolgimento degli studenti (di vario grado) dell’Università affinché la Villa ospiti esperienze di ricerca e di tirocinio.

Attualmente a questo progetto, firmato da chi vi parla, collaborano come responsabili scientifici numerosi colleghi dell’Università di Firenze: per la parte storico artistica sono stati individuati come responsabili dei percorsi espositivi delle collezioni i colleghi Cristiano Giometti, Donatella Pegazzano e Mara Visonà; per quanto invece attiene alla valorizzazione dell’archivio e delle giacenze documentarie della Villa la responsabile è stata identificata nella collega Laura Giambastiani. Essendo parte del sistema museale di Ateneo, la Villa ricade sotto la dirigenza di Giovanni Pratesi, che sta alacremente lavorando, insieme alla responsabile in loco della Villa Alba Scarpellini, affinché sia aperto al pubblico il primo percorso espositivo a partire dal giorno dell’inaugurazione previsto per il 6 luglio prossimo.

 

giulia osti27