Le community virtuali e il museo oggi: come cambia la relazione tra istituzione e pubblico con l’intermediazione di comunità strutturate
Antonia Falcone
Ricercatrice indipendente
Una delle necessità più urgenti delle istituzioni museali oggi è quella di intercettare nuovi pubblici trovando le modalità più appropriate per relazionarsi con gli stessi. Il cambiamento del tempo del museo passa quindi inevitabilmente per la capacità di mostrarsi ricettivo rispetto ai visitatori e alle loro esigenze. Mutamenti sostanziali nella definizione di questo rapporto sono intervenuti grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie, con la conseguente trasformazione della relazione museo-visitatore: non più autoreferenzialità dell’istituzione ma confronto con chi rende il museo un luogo vivo.
Se nel marketing si parla sempre più di User Generated Content come modalità di attrazione e coinvolgimento degli utenti nella strategia di comunicazione dei brand, così nel museo il nuovo paradigma dovrebbe essere quello di slegarsi da un’idea di fissità e inamovibilità dell’istituzione per sperimentare nuove modalità interattive.
Se consideriamo il museo come “sistema socchiuso” ecco che possiamo far filtrare l’idea di comunità che dal reale abbraccia il virtuale, trasformandosi in community.
La mediazione tra istituzione e pubblico può passare attraverso community strutturate che adottano proprio la sfera tra reale e virtuale come spazio d’elezione, contribuendo al cambiamento strategico della comunicazione museale.
Sono molti gli esperimenti che negli ultimi tempi hanno dimostrato come il coinvolgimento di community crei nuova linfa vitale per il sistema museo.
Partendo dal caso di Invasioni Digitali, primo esempio di iniziativa nata dal basso per promuovere “nuove esperienze di visita dei siti culturali, non più passive, ma attive, dove la conoscenza non viene solo trasmessa ma anche costruita, dove il visitatore è coinvolto ed è in grado di produrre egli stesso forme d’arte”, si esamineranno altre tipologie di comunità virtuali che puntano sullo sharing e l’engagement per la promozione e valorizzazione dei beni culturali: Archeoblogger e Igers.
L’interazione con gli utenti da parte di blogger e igers e la conseguente diffusione virale dei contenuti genera e crea valore aggiunto: le piattaforme social e web consentono infatti di raggiungere un vasto pubblico e di incidere sull’audience development in modo immediato, proiettando il bene culturale nel tempo attuale dei musei.