DURCH DIESE HOHLE GASSE MUSS ER KOMMEN: L'INELUDIBILE STRETTOIA DELLA DETERMINAZIONE DI SESSO ED ETÀ ALLA MORTE NEI REPERTI ODONTOSCHELETRICI UMANI.

Luca Bondioli, Sezione di Bioarcheologia, Museo Nazionale Preistorico Etnografico Luigi Pigorini - Roma

Abstract

Poche altre parti degli studi di antropologia fisica sono state sottopostea critica così tanto serrata quanto le tecniche di determinazione del sesso e dell'età alla morte in reperti odontoscheletrici umani provenienti da contesti archeologici. Sin dagli anni '80 del secolo scorso una serie di contributi sperimentali e teorici  ha messo sostanzialmente in discussione le tecniche di identificazione/quantificazione del dimorfismo sessuale e dei tassi di invecchiamento sullo scheletro e sui denti, arrivando a minare sostanzialmente l'affidabilità delle determinazioni. Non di grande aiuto è stata l'introduzione dello studio del DNA antico (per il sesso) e rari sono i casi in letteratura che ne abbiano fatto uso in modo convincente. Sorte anche peggiore è riservata alla determinazione dell'età di morte negli individui adulti maturi e senili, ove è stato spesso stigmatizzato come il grado di indeterminazione è veramente elevatissimo. Eppure, la stima del sesso biologico e dell'età alla morte rappresenta i parametri interpretativi fondamentali di qualsiasi ricostruzione, interpretazione, ipotesi e teoria sul record funerario ed è un passo ineludibile, anche se ulteriormente “complicata” dalla destrutturazione imposta dall'Osteological Paradox sul rapporto tra le comunità dei vivi e il loro aspetto biologico nei campioni di mortalità.   Si viene quindi a creare un collo di bottiglia (la hohle Gasse) attraverso cui deve passare l'interpretazione antropologica (il povero Balivo) che rischia di perire sotto i verrettoni della critica del dato (l'eroico Guglielmo Tell). Questo stato di fatto non ha però in alcun modo inibito il progredire degli studi antropologici e di archeologia funeraria e raro se non del tutto assente è l'accenno a questa problematica di base. Anzi, sempre più chiaramente, si sta formando un consenso sulle tecniche di stima dei due parametri, che ormai sembra sostanzialmente basarsi non più solamente su oggettive misure parametriche, ma anche su modelli interpretativi esperienziali che spesso sembrano avere una efficacia molto superiore di quanto atteso. In questo breve contributo si porteranno infatti esempi da alcune comunità funerarie romano imperiali (Velia e Isola Sacra) "misurate" sia sui modelli popolazionistici noti sia nel confronto con la comunità vivente antico romana di Ercolano.

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giulia osti52