LO STUDIO DEI RESTI UMANI NELLA RICOSTRUZIONE DEI RITUALI FUNERARI: LA NECROPOLI IBEROMAURUSIANA DI TAFORALT (MAROCCO, 15000-12500 CAL BP)

Valentina Mariotti, Silvana Condemi - UMR 7268 ADÉS - Anthropologie Bioculturelle, Droit, Ethique et Santé, CNRS / Université d’Aix Marseille / EFS | Maria Giovanna Belcastro, Dipartimento BiGeA - Università di Bologna

Abstract

Sulla documentazione archeologica di scavo, spesso trascurando lo studio dei resti umani, che rappresentano, peraltro, l’oggetto che giustifica in origine l’esecuzione del funerale e degli apprestamenti materiali necessari al suo espletarsi. Lo studio antropologico dei resti umani, invece, rappresenta una fonte di informazione di fondamentale importanza per la ricostruzione di un quadro, il più possibile completo, delle azioni che si sono svolte intorno all’individuo morto e/o alle sue ossa.

La necropoli Iberomaurusiana di Taforalt (Marocco, circa 15-12500 Cal BP; cfr. Humphrey et al. 2014), scavata all’interno dell’omonima grotta da Jean Roche negli anni ‘50 del ‘900 (Roche 1963), è costituita da 28 sepolture multiple (Ferembach 1962). I resti osteologici rinvenuti sono conservati all’Institut de Paléontologie Humaine di Parigi, suddivisi per tipologia di ossa (crani, femori, ecc.). Il presente contributo intende illustrare come lo studio di questa collezione abbia permesso di ricostruire aspetti del comportamento funerario che non erano stati descritti nelle pubblicazioni di carattere archeologico (Roche 1953a, b, 1959, 1963) e ai quali non sarebbe stato possibile risalire partendo dalla scarsa ed incompleta documentazione di scavo attualmente disponibile (cfr. Mariotti et al. 2009, 2014; Belcastro et al. , 2010).

L’analisi del contenuto di ogni sepoltura (ricostruito grazie al numero di tomba riportato sui reperti) e della distribuzione delle modificazioni intenzionali delle ossa (colorazione con ocra rossa e tracce di interventi peri e post mortem) ha consentito di ricostruire, oltre alla tipologia delle sepolture (primarie e secondarie), la sequenza e la scansione temporale delle azioni funerarie. Si sono potute attestare pratiche di trattamento del cadavere e di manipolazione di ossa successiva alla decomposizione. Alcune lesioni ossee potrebbero essere riconducibili a violenza peri mortem e cannibalismo. L’area sepolcrale risulta costituita da sepolture primarie e secondarie, spesso contestuali, di circa 40 individui tra adulti e adolescenti e di numerosi bambini (Mariotti et al. 2009; Belcastro et al. 2010).

I comportamenti funerari evidenziati, strutturati e ripetuti, mostrano un carattere rituale e rimandano a precise, per quanto oscure, concezioni della vita e della morte, e possono essere messi in relazione al mantenimento di una compiuta identità di gruppo. Questi rituali mostrano la tipica struttura in 3 fasi dei riti di passaggio identificata da Van Gennep (1909), dimostrando come al morto fosse già attribuito uno status sociale specifico. Integrando i dati antropologici con la (scarsa) documentazione di scavo disponibile è stato inoltre possibile formulare ipotesi su alcuni aspetti culturali e sociali della popolazione in esame, come la possibile presenza di un culto degli antenati e una simbologia dell’ocra rossa e delle corna di bovidi collegata a concetti di rinascita (Mariotti et al. 2014).

 

BIBLIOGRAFIA

  • Belcastro, Condemi, Mariotti 2010: M.G. Belcastro, S. Condemi, V. Mariotti, “Funerary practices of the Iberomaurusian population of Taforalt (Tafoughalt; Morocco, 11-12,000 BP): the case of grave XII”, in J. Hum. Evol. 58, pp. 522-532.
  • Ferembach 1962: D. Ferembach, “I. Anthropologie”, in D. Ferembach, J. Dastugue, M.-J. Poitrat-Targowla (Eds.), La Nécropole Épipaléolithique de Taforalt (Maroc oriental). Études des Squelettes Humains. Casablaanca 1962, pp. 3–131.
  • Humphrey, De Groote, Morales, Barton, Collcutt, Bronk Ramsey, Bouzouggar 2014: L. Humphrey, I. De Groote, J. Morale, N. Barton, S. Collcutt, C. Bronk Ramsey, A. Bouzouggar, “Earliest evidence for caries and exploitation of starchy plant foods in Pleistocene hunter-gatherers from Morocco”, in PNAS, doi: 10.1073/pnas.1318176111.
  • Mariotti, Bonfiglioli, Facchini, Condemi, Belcastro 2009: V. Mariotti, B. Bonfiglioli, F. Facchini, S. Condemi, M.G. Belcastro, “Funerary practices of the Iberomaurusian population of Taforalt (Tafoughalt) (Morocco, 11-12000 BP): new hypotheses based on a grave by grave skeletal inventory and evidence of deliberate human modification of the remains”, in J. Hum. Evol., 56, pp. 340-354.
  • Mariotti, Condemi, Belcastro 2014: V. Mariotti, S. Condemi, M.G. Belcastro “Iberomaurusian funerary customs: new evidence from unpublished records of the 1950s excavations of the Taforalt necropolis (Morocco)”, in Journal of Archaeological Science, 49, pp. 488-499.
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  • Roche 1953b: J. Roche, “La grotte de Taforal”, in Anthropologie, 57, pp. 375–380.
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  • Roche 1963: J. Roche, L’Epipaléolithique marocain, Paris 1963.
  • Van Gennep 1909: A. Van Gennep, Les rites de passage, Paris 1909 (edizione italiana: I riti di passaggio, Torino 1981).

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