I SEPOLCRI DELLA ‘PIAZZOLA’ DI ALCIMO: ASPETTI DEL RITUALE FUNERARIO NELLA NECROPOLI DELLA VIA TRIUMPHALIS (STATO CITTÀ DEL VATICANO)
Leonardo Di Blasi, Monica Ricciardi, Isabella Bucci | Dipartimento di Archeologia, Reparto Antichità Classiche
Abstract
La necropoli della via Triumphalis, all’interno dello Stato della Città del Vaticano, offre un interessante contributo alla conoscenza del rituale funerario di età romana, soprattutto per quanto riguarda le fasi più antiche del sepolcreto (fine I secolo a.C. - I secolo d.C.).
Negli ultimi anni una particolare attenzione è stata rivolta ad alcuni sepolcri, messi in luce negli scavi del 2003, inseriti in uno ‘spazio funerario’ di notevole interesse: la tomba di Alcimo, contraddistinta dalla stele con il nome del defunto, e un gruppo di cinque sepolcri, dello stesso ambito topografico, con caratteristiche planimetriche simili e peculiarità strutturali di non sempre facile interpretazione, inquadrabili cronologicamente tra la tarda età augustea e l’età neroniana. Il dato archeologico, particolarmente significativo visto il buono stato di conservazione delle tombe, soltanto in parte compromesse da frane e smottamenti del terreno avvenuti in antico, è stato notevolmente arricchito dalla più recente indagine antropologica, dalla quale sono emerse nuove e importanti acquisizioni.
Lo studio, ancora in corso, ha aperto interessanti prospettive sulla possibilità di ricostruire alcuni aspetti del rituale funerario, considerato nei suoi momenti principali, dai gesti compiuti prima della sepoltura alle pratiche rituali, non sempre di facile lettura, che hanno accompagnato e seguito il seppellimento. I dati più interessanti sono emersi dallo scavo dei cinerari: la lettura comparata dei risultati ottenuti dall’analisi antropologica e dallo studio dei reperti rinvenuti nelle sepolture ha permesso, infatti, di individuare alcune azioni intenzionali del rituale funerario compiute presso il sepolcro. In particolare le tracce materiali della gestualità rituale, colta in uno degli aspetti più peculiari del dialogo tra vivi e morti, quello legato all’offerta rituale, sono riconoscibili nei manufatti e negli oggetti di vario tipo associati alle sepolture, molti dei quali assumono una evidente valenza magico-superstiziosa.
Più complesso il tentativo di ricostruzione del ‘paesaggio rituale’ nel suo insieme, con la localizzazione dei diversi momenti del rito, partendo dal luogo dove avveniva la cremazione. Per il contesto esaminato sembra improbabile, infatti, stabilire una corrispondenza tra le sepolture indagate e le aree di cremazione rinvenute nella necropoli che, tuttavia, costituiscono una testimonianza notevole e forniscono dati utili sulla ritualità funeraria.