IL CASO DELLA TAHONA DI UCLÉS: "LA MORTE ATIPICA” DURANTE LA GUERRA CIVILE SPAGNOLA
Filippo Scalisi, Ángel Mora Urda | Laboratorio de Arqueología Forense, Universidad Autónoma de Madrid (Lafuam)
Abstract
Nel seguente articolo si espongono parte dei risultati ottenuti e ancora in via di sviluppo ricavati dallo studio antropologico dei resti ossei provenienti dal cimitero della “Tahona di Uclés” (Cuenca, Spagna). Si tratta di uno dei maggiori scavi della Guerra Civile Spagnola (1936-1939) e immediato dopoguerra (1939-1943) realizzati fino a ora. Nel 1937, il monastero di Uclés diventa Ospedale di seconda linea del VIII Corpo Médico dell’Esercito Popolare della Repubblica, dove venivano curati i feriti provenienti dai fronti di Madrid, Teruel e Guadalajara durante la Guerra Civile Spagnola fino a fine marzo del 1939. Finita la guerra, dal gennaio del 1940 viene utilizzato come prigione centrale dal regime franchista rimanendo in funzione per tre anni, fino al dicembre del 1943. I lavori di scavo realizzati dal 2005 al 2007 hanno portato alla luce oltre 220 fosse, contenenti un totale di 439 individui. Si sono potute riscontrare tre zone di sepoltura ben differenziate tra loro per modalità di interramento, causa di morte e persone alle quali erano destinate. Nel settore I si trovano i morti durante gli anni della guerra (settore ospedale),dove la causa principale di morte è dovuta a ferite di guerra. Questa zona si distingue chiaramente dalle altre due utilizzate nel dopoguerra (settori II e III), destinate ai prigionieri di guerra. In questa seconda fase, la quasi totalità dei decessi è dovuta a morti violente (esecuzioni di prigionieri politici) o alle tristissime condizioni di vita alle quali erano sottoposti i detenuti. Inoltre questi ricevevano un diverso tipo di sepoltura a seconda del credo religioso che professavano (credenti e non credenti) o se avevano confessato prima di morire.
La fase corrispondente alle morti avvenute durante la guerra non presenta le caratteristiche di un autentico cimitero, bensì rappresenta un luogo di sepoltura discreto destinato alla rapida sepoltura delle ingenti quantità di feriti provenienti dal fronte. Sfruttando le condizioni del terreno e riadattandole con mirati lavori di allestimento è stata riadattata la parte sud del recinto attraverso grandi fosse longitudinali destinate ai combattenti o civili che morivano in seguito a ferite da guerra, bombardamenti, ecc. Casi particolari sono quelli di alcuni giovani civili facilmente identificati appunto per la loro età e perle ferite riportate. In molte di queste sepolture si sono riscontrate amputazioni, materiale chirurgico ancora in situ, ecc.
Immediatamente dopo la guerra viene sfruttato il carattere discreto del luogo per occultare la repressione ai civili (il paese circostante si trova infatti al lato opposto della collina, da dove non si ha contatto visivo con questa area). Si procede a murare completamente la zona per renderla ancorapiu nascosta, e si destina ai prigionieri repubblicani. Siritorna a un sistema meno irregolare, normalizzato e sistematizzato, dove si abilita anche una zona specifica di sepoltura destinata ai cattolici o prigionieri che ritrattavano per ottenere un ultimo favore prima di morire. Zona laica vs zona cattolica. Da notare che l’accesso a questi nuovi settori si realizzava passando sopra(calpestando), la precedente zona di interramento repubblicana in segno di disprezzo.
Si distinguono chiaramente, in questo secondo periodo, i giustiziati (fucilati) dai morti per maltrattamento o cause naturali che hanno ricevuto quasi tutti sepoltura individuale. I morti non giustiziati venivano seppelliti dai propri compagni di prigionia, sempre in condizioni estremamente povere e semplici, molte volte riutilizzando i pochi materiali a disposizione. Diversamente accadeva per i fucilati: apparentemente infatti, nessuno ha ricevuto sepoltura in feretro o bara in legno. Con la sola eccezione di un individuo che in base alla sua posizione amministrativa ha avuto un interramento eccezionale. La gran parte di queste sepolture sono fosse multiple, dove i corpi venivano ammassati senza attenzione né rispetto direttamente dai funzionari della prigione, gli stessi che avevano proceduto all’esecuzione (molti individui in posizione prona).
Come si rende visibile dalle foto aeree, l’intera zona arriva a raggiungere la massima capacità di sfruttamento,rimanendo disponibili solo pochi spazi per ulteriori sepolture. Le esecuzioni infatti sono state eseguite fino a due giorni prima della chiusura del carcere.