STRANIERI NEI CAMPI D’URNE VILLANOVIANI?
Gilda Bartoloni, Sapienza - Università di Roma | Alessandra Piergrossi, ISMA - CNR
Abstract
Nelle necropoli della prima età del ferro di ambito etrusco, come è noto, il rito funerario esclusivo è quello incineratorio. Ciononostante all’inizio d’uso di alcune necropoli sono attestate inumazioni, spesso corredate da armi reali, in genere assenti nei contesti a incinerazione. La presenza di armi in contesti così antichi in ambito villanoviano sia settentrionale che meridionale risulta un’eccezione. La qualifica di guerriero è in genere indicata a partire dagli anni centrali del IX secolo da elementi simbolici, quali gli elmi d’impasto pileati a calotta apicata, analogamente a quanto avviene nella limitrofa area laziale dove le armi sono deposte solo nella forma miniaturizzata.
La valenza sociologica dei due riti tende a invertirsi: nel momento in cui l’incinerazione è il rito comune, la minoranza degli inumati documenta un ruolo d’eccezione, ma quando il rito cambia sono gli incinerati a rappresentare l’anomalia. Ad esempio a Lefkandi le tombe di guerrieri inumati sono state riferite alla volontà dei leaders di riallacciarsi al costume di età eroica, considerandosi essi stessi discendenti di micenei, mentre a Veio le incinerazioni di seconda metà VIII secolo sono testimonianza di figure regali che si riallacciano alla tradizione antica. Altre volte il rito differente può indicare una provenienza forestiera: a Gabii una tomba di incinerato in una fase caratterizzata dal rito inumatorio è stato considerata pertinente a un principe veiente trasferitosi nella città laziale. Del resto nelle fonti scritte sono ricorrenti figure di regnanti venute dall’estero.
Si approfondiranno i casi di Populonia, Cerveteri e Pontecagnano. Ad esempio a Populonia, tra le incinerazioni esclusive della fase più antica della necropoli, già nella prima metà del IX secolo a.C. si conosce una inumazione di guerriero, che anticipa la diffusione di questo rito soprattutto nelle piccole tholoi, caratteristiche di questo centro. La tomba di grandi dimensioni è rivestita di lastre di macigno, quasi una sorta di cassone, che accoglieva accanto al corpo del defunto, tra l’altro, una spada e una cuspide di lancia. L’inumato è uno straniero?