LE SEPOLTURE DEI CITTADINI IMERESI VITTIME DELLA STRAGE DEL 409 A.C.
Stefano Vassallo, Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo
Abstract
Nel 409 a.C. l’esercito cartaginese assediò e conquistò Himera. La colonia greca, dopo 240 anni di esistenza venne distrutta e secondo il racconto di Diodoro Siculo, dopo la presa della città fu fatta grande strage dei cittadini. Nelle ricerche effettuate dalla Soprintendenza di Palermo tra il 2008 e il 2011 nella grande necropoli occidentale di Himera, tra le oltre 9500 sepolture esplorate, databili tra VI e V sec. a.C., sono state messe in luce centinaia di inumazioni che sulla base dei dati archeologici sono verosimilmente interpretabili come quelle degli Imeresi uccisi nelle concitate fasi dell’estrema difesa e della conquista della città. Infatti, negli scavi dei contesti finali in abitato, relativi alla distruzione del 409 a.C., tranne un unico caso, non sono stati mai trovati resti umani; è, pertanto, plausibile che i cadaveri dei cittadini vittime della strage siano stati portati fuori della città, nell’area della necropoli più vicina alle fortificazioni, e lì frettolosamente seppelliti.
Nell’intervento verrà proposta un’analisi sintetica dei dati di scavo che hanno consentito di formulare questa ipotesi. Si tratta di sepolture, spesso associate in piccoli gruppi di individui, rinvenute sempre nei livelli superficiali della necropoli, sopra gli strati delle tombe delle fasi precedenti. Le deposizioni, del tutto prive di corredi, sono distribuite con un notevole disordine, talvolta con orientamenti diversi rispetto a quello consueto di tutte le altre sepolture della necropoli, che presentano quasi costantemente orientamento est-ovest, con testa a Est.
Le indagini tafonomiche hanno evidenziato la notevole frequenza di scheletri deposti in posizioni irrituali e “atipiche”, talvolta non più in connessione anatomica e in generale in uno stato di disordine che attesta la precarietà di seppellimenti avvenuti secondo modalità poco ordinate, anomale rispetto ai riti funerari usuali documentati nelle necropoli imeresi e più in generale dei contesti coloniali sicelioti. Tali anomalie sono probabilmente da attribuire all’esigenza, da parte dei superstiti imeresi, di dare sepoltura a un grande numero di cadaveri in tempi brevi, nel quadro delle drammatiche circostanze che seguirono alla distruzione della città.
Il rapido interramento dei livelli greci, dopo l’abbandono della città nel 409 a.C., ha determinato l’accumulo di oltre 3 metri di terreno sterile/alluvionale, che ha favorito un’ottima conservazione degli strati superficiali della necropoli, preservando queste sepolture da distruzioni da parte di lavori agricoli o di altre trasformazioni e consentendo una buona documentazione di scavo e la redazione di adeguate e complete schede antropologiche.
L’importante scoperta di queste tombe, che si aggiunge a quella anch’essa straordinaria delle fosse comuni dei soldati caduti nelle battaglie di Himera del 480 a.C., oltre ad avere un notevole interesse in relazione alle inconsuete modalità di sepoltura, assume, un grande significato in quanto è possibile ricondurla a un grande evento storico, la battaglia del 409 a.C., uno scontro militare che segnò un momento decisivo per la storia delle colonie greche di Sicilia.