Erotica Exotica. Antropologia dell’amore e del desiderio, sulla linea del colore

Chiara Gemma Pussetti

Il concetto di amore romantico ha ricevuto scarsa attenzione da parte degli antropologi, in quanto esperienza troppo intima e corporea, in comparazione a oggetti di studio scientifico più adeguati quali il matrimonio, la parentela e la discendenza. L’insuccesso dell’antropologia nel confrontarsi con l’amore è anche una conseguenza del discorso occidentale sulle emozioni e la sessualità dell’“Altro” dal punto di vista culturale. Per decenni gli antropologi hanno considerato l’amore romantico come un prodotto specifico della cultura e della storia europea, pertanto inesistente fuori dall’Europa e in particolare completamente sconosciuto nell’Africa sub-sahariana. Considerando il continente africano non come un contesto culturalmente omogeneo, ma come una area geografica investita da una moltitudine di significati, narrative, immaginari, desideri, fantasie e fantasmi, la cui ripetizione li ha trasformati in certezze, discuterò in primo luogo la rappresentazione coloniale degli africani come ipersessuali, primitivi, dominati dagli istinti, moralmente inferiori, emozionalmente immaturi e privi della profondità intellettuale necessaria alla esperienza di sentimenti nobili come l’amore romantico. Evidenzierò come questi discorsi disumanizzanti - che hanno negato agli africani l’esperienza dell’amore romantico riducendoli a puro istinto sessuale - giustificarono un tempo la schiavitù e la dominazione coloniale così come legittimano oggi l’impiego di pratiche illiberali sui corpi degli immigrati. Analizzerò infine la specificità e la polisemia del concetto emico di amore (edík) nelle narrative emozionali dei Bijagó della Guinea Bissau, ripensando l’amore romantico come strumento di rivendicazione di nuove relazioni di genere, e discutendo le economie dell’intimità in un contesto politico e economico in trasformazione.