DAI CAMPI DI BATTAGLIA RISORGIMENTALI ALLA MEMORIA DELLA MORTE “GLORIOSA”: IL CASO DELL’OSSARIO DI CUSTOZA

Giovanna Bellandi, Alessandra Mazzucchi, Daniel Gaudio | Osteoarc - Associazione di Ricerca e Divulgazione Osteoarcheologica

Abstract

 

“All’ombra de’ cipressi e dentro l'urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?”
(U. Foscolo, Dei sepolcri)
 

Nella cripta dell’Ossario di Custoza (Sommacampagna, Verona) sono custodite le spoglie dei caduti delle due battaglie risorgimentali che vanno sotto il nome di battaglie di Custoza: la prima fu combattuta tra il 22 e il 27 luglio 1848, durante la prima guerra di indipendenza italiana, tra le truppe del Regno di Sardegna e quelle dell'Impero Austriaco, mentre la seconda ebbe luogo il 24 giugno 1866 e fu la battaglia che diede inizio alle manovre offensive della terza guerra d’indipendenza e che vide contrapposte le truppe italiane contro le truppe austriache. Furono entrambe vittorie per l’esercito austriaco e portarono a contare centinaia di morti e altrettanti feriti.

Quando all’indomani delle battaglie si rese necessario il seppellimento dei caduti, nell’urgenza dettata dall’igiene e dal rispetto dei resti, si deposero i corpi in fosse comuni in modo spesso indistinto: italiani, austriaci, ufficiali, soldati semplici, ausiliari, civili. Tanto eterogenea era l’umanità che allora componeva gli eserciti. Fu negli anni immediatamente successivi alle battaglie risorgimentali che iniziarono a sorgere gli ossari, i monumenti dove troveranno posto, volutamente anonimi e nuovamente mischiati tra loro nella simbolica uguaglianza della morte, le ossa dei soldati, riesumate appositamente perché potessero essere viste per ricordare e celebrare il sacrificio compiuto da chi combatté.

Le ossa conservate nell’ossario di Custoza derivano da questo stesso percorso storico ugualmente a quanto accaduto per le più note battaglie di San Martino e Solferino. I lavori di esumazione dei corpi delle battaglie di Custoza ebbero luogo tra gennaio e aprile del 1877 e le ossa, disseppellite e ripulite, furono sistemate nell’ossario divise tra crani, collocati lungo le pareti su mensole di pietra, mentre le restanti parti dello scheletro, in particolare le ossa lunghe, vennero sistemate e ordinate, come fossero fascine di legna, al centro dell’ossario.

Un progetto illuminato dal desiderio di conoscenza, valorizzazione e rispetto dei resti dei caduti delle battaglie risorgimentali di Custoza è stato avviato dal Comune di Sommacampagna (VR), in accordo con la Provincia di Verona (ente proprietario dell’Ossario), e con la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Veneto, ma voluto soprattutto dalla comunità di Custoza.

Si vuole dare conto in questa sede dei dati preliminari di questo studio che ha permesso di scoprire le storie che questi resti umani possono ancora raccontarci: da una prima realizzazione di un database antropologico dei reperti, in particolare relativo a 342 dei 1942 crani conservati nell’Ossario, che sono stati selezionati e catalogati (in termini antropologici) per le loro peculiarità lesive, si è quindi focalizzata l’attenzione su 10 crani.

I dieci crani osservati rappresentano una collezione osteologica di grande interesse antropologico e storico. Lo studio condotto sui dieci campioni ha determinato che si trattava di soggetti maschili, giovani adulti ma non adolescenti, provenienti dall’Europa centro-meridionale. Giovani che erano sostanzialmente in buone condizioni di salute, non presentando particolari patologie dentarie e scheletriche, ma che tuttavia forse soffrivano di qualche forma di stress metabolico. Una popolazione giovane che incontrò la morte su un campo di battaglia dove si sperimentavano nuove armi da fuoco e ancora si utilizzavano arcaiche tecniche belliche (la modifica del sistema di innesco dalla pietra focaia alle capsule, l’introduzione dei fucili a canna rigata, i calibri dei proiettili sempre più piccoli, ma anche la persistenza dell’uso della baionetta e delle sciabole), e le cui lesioni mostrano in tutta la loro varietà le armi usate. I colpi di proietto di diverso calibro, le lesioni riconducibili a meccanismo traumatico-contusivo (fendente, e da punta e taglio) sono lo specchio di una guerra che evolve con grande rapidità e che nel secolo successivo porterà alla grande tragedia della Grande Guerra.

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giulia osti18