Confarreatio
Rievocazione a cura del Gruppo Storico Romano
Domenica 28 maggio ǀ Ex Cartiera Latina
16.30
La confarreatio era una cerimonia religiosa, celebrata contestualmente al matrimonio, attraverso la quale la donna passava dalla potestà del padre a quella del marito, assurgendo contemporaneamente allo status di mater familias.
Inizialmente accessibile a tutti i patrizi, col tempo venne riservata soltanto alle più alte cariche sacerdotali, quale quella dei Flamini Maggiori, perché il legame che ne derivava, al contrario di altre forme matrimoniali, non poteva essere sciolto dal divorzio.
Il nome ha origine da quello della focaccia di farro, detta panis farreus o libum farreum, che gli sposi consumavano durante il rito e che veniva offerta a Giove Farreo.
Si riteneva che il periodo ideale per la celebrazione del matrimonio fosse la seconda metà di giugno, mese sacro a Giunone Pronuba, divinità protettrice delle nozze. Venivano, poi, accuratamente evitati alcuni giorni considerati nefasti, come tutti i giorni festivi, le kalendae, le nonae e le idi.
La rappresentazione del Gruppo Storico Romano si articolerà in alcuni momenti significativi della cerimonia: dalla “preparazione” presso la casa della sposa (sia la sera prima, sia il giorno stesso del matrimonio) alla cerimonia religiosa vera e propria, dinnanzi al Pontefice Massimo e all’Aruspice, dal banchetto nuziale all’arrivo a casa dello sposo.
Uno dei momenti salienti della cerimonia è quello in cui la Pronuba spezza la focaccia cospargendo il capo degli sposi. Una voce narrante guida gli spettatori alla scoperta e comprensione del rito che si conclude presso la casa con la celebre frase pronunciata dagli sposi: “Quis es? Ubi tu Gaius ego Gaia”.