KEYNOTE SPEAKERS
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Francesco Remotti (1943), già professore ordinario di Antropologia culturale all'Università di Torino, ha condotto ricerche etnografiche tra i Banande del Nord Kivu e dal 1979 al 2004 ha diretto la Missione Etnologica Italiana in Africa Equatoriale.
Coordinatore nazionale di progetti di ricerca in campo antropologico ed etnografico, ha insegnato anche Etnologia dell'Africa ed è stato presidente del corso di laurea in Comunicazione interculturale presso la Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Torino.
Dal 2002 è socio corrispondente dell'Accademia delle Scienze di Torino.
Autore di testi e pubblicazioni tra cui:
- Luoghi e corpi. Antropologia dello spazio, del tempo e del potere, Torino 1993;
- “Il secco e il putrido. Luoghi dei vivi e luoghi dei morti tra i baNande del Nord Kivu”, in Favole, Ligi, Viazzo 2004, pp. 15-26;
- Morte e trasformazione dei corpi. Interventi di tanatometamòrfosi, Milano 2006;
- “Bananeti e tombe arboree: «scomparire» o «rimanere» tra i baNande del Nord Kivu (Congo orientale)”, in Sepolti tra i vivi 2008, pp. 1083-1103.
Henri Duday, archeologo, direttore della PACEA, unità di ricerca connessa al CNRS - Centre national de la recherche scientifique, l’Università di Bordeaux (dove insegna Archeologia) e il Ministero della Cultura e della Comunicazione francese; direttore di ricerca presso il Laboratorio di Paleoantropologia dell'École pratique des hautes études (EPHE).
Noto in Italia soprattutto per le “Lezioni di archeotanatologia - Archeologia funeraria e antropologia sul campo” in cui espone le fondamentali leggi tafonomiche arricchite da una folta messe di esempi derivati dalla sua attività di archeologo sul campo.
Autore di testi, ricerche e pubblicazioni tra cui Lezioni di archeotanatologia. Archeologia funeraria e antropologia sul campo, Roma 2006. e “Mourir à Pompéi: Fouille d’un quartier funéraire de la nécropole romaine de Porta Nocera (2003-2007)” (Ecole Rome, 2013).
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Andrea Cardarelli, laureato in Lettere Classiche con indirizzo archeologico, ha diretto per vent’ anni il Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena e portato avanti alcune iniziative tra cui la Carta Archeologica del Comune e della Provincia di Modena, l’allestimento del Lapidario Romano dedicato ai rinvenimenti dell’antica città di Mutina e la riapertura dei Musei Civici.
E’ stato professore ordinario di Preistoria e Protostoria (2005 – 2007) presso l’Università di Modena e Reggo Emilia, attualmente ricopre il medesimo ruolo presso Sapienza – Università di Roma.
Autore di ricerche, testi e pubblicazioni tra cui:
- “La necropoli di Casinalbo (MO)”, in Terramare 1997, pp. 688-696;
- La necropoli della Terramara di Casinalbo, Firenze 2014;
- “Le prime grandi necropoli ad incinerazione in Italia: le necropoli terramaricole di Casinalbo (Modena) e Montata (Reggio Emilia)”, in IIPP 2003, vol. I, pp. 299-322;
- “Oltre la sepoltura: testimonianze rituali ed evidenze sociali dalla superficie d’uso della necropoli della terramara di Casinalbo”, in Studi Peroni 2006, pp. 624-642.
Chiara Pussetti (Laurea in Filosofia, 1998; Dottorato in Antropologia Culturale. Università degli Studi di Torino, 2003) è Ricercatore Associato dell’Instituto de Ciências Sociais della Università di Lisbona (ICS-IUL) e Ricercatore Senior Contrattato del Centro em Rede de Investigação em Antropologia (CRIA-ISCTE-UL).
È professore a contratto di antropologia medica, antropologia del corpo e delle emozioni, migrazioni contemporanee e salute pubblica, presso diverse Università in Portogallo e in Brasile.
Ha condotto ricerca etnografica e coordinato diversi progetti nazionali e internazionali sui temi della malattia, del corpo e delle emozioni in Guinea Bissau, Portogallo e Brasile.
Negli ultimi anni si occupa delle relazioni tra vulnerabilità sociale, frontiere, rischio, sicurezza, vigilanza e politiche d’integrazione.
Autrice e curatrice di numerosi studi e ricerche su processi migratori, salute pubblica, discriminazione e cittadinanza, è membro fondatore dell’Associazione di antropologia e arte EBANOCollective (Ethnography Based Art Nomad Organization) e come artista e curatrice promuove mostre ed eventi culturali internazionali.
Trai testi più importanti:
- “Poetica delle emozioni. I Bijagò della Guinea Bissau” (2005, Laterza).
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Chris Fowler (1973), professore associato di Archeologia Preistorica presso l’Università di Newcastle, archeologo, i suoi maggiori interessi di ricerca si orientano verso l’antica età del Bronzo e il neolitico, sugli aspetti archeologici della personalità, del corpo e dell’identità connessi all’antropologia, sulle pratiche funerarie e sulla cosmologia nell’Europa preistorica.
Autore di testi e pubblicazioni tra cui:
- The Archaeology of Personhood: An Anthropological Approach, London 2004;
- Identities in Transformation: identities, funerary rites and the mortuary process. In: Tarlow, S. and Nilsson Stutz, L, eds.;
- The Oxford Handbook of the Archaeology of Death and Burial. Oxford: Oxford University Press, 2013, pp.511-526;
- Pattern and diversity in the Early Neolithic mortuary practices of Britain and Ireland: contextualising the treatment of the dead. Documenta Praehistorica 2010, XXXVII, 1-22.
Ugo Fabietti (1950), filosofo e antropologo, ha indirizzato le sue ricerche sui beduini nomadi dell'Arabia Saudita settentrionale (1978-80), in Iran (1984) e, dal 1986 al 1994, tra gli agricoltori del Baluchistan meridionale pakistano.
Ha compiuto viaggi di studio in altri paesi del Medio Oriente e dell'Africa Settentrionale e subsahariana.
I suoi interessi comprendono temi quali i processi di stratificazione sociale, l'identità etnica, la costruzione della memoria, la mimesi nella cultura, la religione nel mondo globale nonché argomenti di epistemologia e di storia dell'antropologia.
E’ attualmente Direttore del Dipartimento di “Scienze Umane per la Formazione “R. Massa” e Coordinatore del Dottorato in "Antropologia della contemporaneità. Etnografia delle diversità e delle convergenze culturali”. Dirige l'Annuario Antropologia ed è direttore scientifico del CREAM (Centro di Ricerche Etno-Antropologiche di Milano).
Dal 1998 lavora all’Università di Milano Bicocca dove insegna materie etno-antropologiche.
Autore di testi, ricerche e pubblicazioni tra CUI:
- “L' identità etnica. Storia e critica di un concetto equivoco”(Carocci, 2013);
- “Etnografia della frontiera. Antropologia e storia in Baluchistan” (Meltemi, 1997);
- “Culture in bilico. Antropologia del Medio Oriente” (Bruno Mondadori, 2011);
- “Materia sacra. Corpi, oggetti, immagini, feticci nella pratica religiosa” (Cortina Raffaello, 2014).
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Stefano Allovio (1968), filosofo e antropologo, ha svolto ricerche sul campo in Burundi, nella Repubblica Democratica del Congo e nelle Alpi Occidentali.
Attualmente insegna Antropologia culturale presso il Dipartimento di Geografia e Scienze Umane dell’Ambiente dell’Università degli Studi di Milano.
Oltre ad aver scritto numerosi saggi, è autore dei seguenti volumi:
- Le fucine rituali. Temi di antropo-poiesi, Torino 1996;
- Burundi. Identità, etnie e potere nella storia di un antico regno (Torino, Il Segnalibro, 1997);
- La foresta di alleanze. Popoli e riti in Africa equatoriale (Roma-Bari, Laterza, 1999);
- Culture in transito. Trasformazioni, performance e migrazioni nell’Africa sub-sahariana (Milano, Franco Angeli 2002);
- Culture e congiunture. Saggi di etnografia e storia mangbetu (Milano, Guerini, 2006).
Valentino Nizzo (Todi 1975), laureatosi presso l’Università di Roma “La Sapienza” nel 2000, dove nel 2007 ha conseguito Specializzazione e Dottorato di Ricerca in Archeologia, è vincitore del Post-Dottorato in “Archeologia globale e memoria del passato” presso l’Istituto Italiano di Scienze Umane di Firenze; ha all’attivo numerose pubblicazioni e tre monografie tra le quali:
- Ritorno ad Ischia. Dalla stratigrafia della necropoli alla tipologia dei materiali (Napoli 2007, Collection du Centre Jean Bérard);
- Archeologia e antropologia della morte: Storia di un’idea (Bari 2015, Edipuglia, Bibliotheca Archaeologica);
all’ultimo capitolo di questo volume si ispira il presente convegno.
Dal 2010 è Funzionario della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia Romagna con sede a Ferrara. Dal 2013 è membro del comitato scientifico del mensile archeologico Forma Urbis e della Fondazione Dià Cultura cui si deve l’evento editoriale annuale Romarché per cui ha ideato e diretto la collana di Antropologia e Archeologia a confronto, nella quale sono confluiti, nel 2011 e 2012, gli atti degli omonimi incontri internazionali (Rappresentazioni e pratiche del Sacro, Roma 2012 e Dalla nascita alla morte: Antropologia e archeologia a confronto, Roma 2011), di cui il presente convegno costituisce la III edizione.
I suoi interessi si incentrano sulle problematiche storiche, artistiche e della cultura materiale delle civiltà etrusco-italiche, sulla prima colonizzazione greca, sul confronto tra archeologia e antropologia, oltre che, in generale, sui più vasti temi dell’ideologia funeraria, della storia dell’archeologia e sui meccanismi e i valori sociologici della comunicazione archeologica.
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Mike Parker Pearson (1957) è professore di archeologia presso l’ UCL Institute of Archaeology (precedentemente presso l’Università di Sheffield) e archeologo di fama internazionale per gli studi inerenti l’ archeologia della morte.
Dal 2003 al 2009 ha guidato il progetto Stonehenge Riverside e proposto la teoria secondo la quale il sito di Stonehenge è un antico cimitero preistorico, luogo in cui i morti, trasportati dalla zona di Darrington, attraverso il fiume Avon, giungevano presso il sito di Bluehenege (il cui nome deriva da pietre blu trovate durante lo scavo) e da lì, una volta cremati, trovavano riposo tra le pietre di Stonehenge.
Dal 2006 al 2009 è stato vicepresidente della Prehistoric Society.
Tra i testi e le pubblicazioni di cui è autore si ricordano:
- The archaeology of death and burial, Sutton, 2003;
- Earthly remains : the history and science of preserved human bodies, Oxford University Press, 2001.
Anna Maria Bietti Sestieri è paletnologa specializzata in archeologia pre- e protostorica.
Membro eletto del Comitato di settore per i Beni Archeologici all’interno del Consiglio Nazionale per i Beni Culturali (1990-1997), soprintendente archeologo dell’Abruzzo (1995 – 2003), presidente dell’IPP (2003 – 2009), dal 2006 ad oggi è titolare della Cattedra di Protostoria Europea presso l’Università del Salento. Titolare per il 1996 dell'Europa Prize, assegnato annualmente dalla Prehistoric Society a uno studioso europeo impegnato nella ricerca in campo preistorico e protostorico.
Tra i principali lavori di indagine delle presenze preistoriche e protostoriche nel territorio di Roma è doveroso ricordare lo scavo dei complessi dell’età del ferro (necropoli dell’Osteria dell’Osa e di Castiglione, l’abitato di Fidene), dell’abitato dell’età del bronzo di Frattesina di Fratta Polesine (Rovigo) e della Specchia Artanisi di Ugento (età del bronzo).
Tra i testi e le pubblicazioni inerenti il tema del convegno si ricordano:
- Archeologia della morte fra età del bronzo finale ed età del ferro in età. Implicazioni delle scelte relative alla sepoltura in momenti di crisi o di trasformazione politico-organizzativa (in Dalla nascita alla morte: archeologia e Antropologia a confronto, a cura di V. Nizzo, Roma 2011, pp. 397-418; articolo in Atti di Convegno. ESS Editorial Service System, Roma);
- La necropoli laziale di Osteria dell’Osa, Roma 1992;
- The Iron Age community of Osteria dell’Osa. A study of socio-political development in central Tyrrhenian Italy, Cambridge 1992;
- Protostoria. Teoria e pratica, Roma 1996;
- L’Italia nell’età del Bronzo e del Ferro. Dalle palafitte a Romolo, Roma 2010.